I MANUALI ETPL DEL PROGETTO ITALIA TRASPARENTE

Le metodologie Etpl si basano sul presupposto che qualunque organizzazione, sia pubblica che privata, tende inevitabilmente a concentrarsi soltanto sui risultati che le vengono indicati in numeri finiti ed esatti da raggiungere in termini temporali certi.

A partire dal 2017, in concomitanza con l’entrata in vigore, dal 23 dicembre 2016, del nuovo istituto del cosidetto accesso civico generalizzato (Acg), previsto dalla nuova formulazione dell’articolo 5, comma 2, del decreto legislativo n. 33/2013, abbiamo avviato il “Progetto Italia trasparente“, basato sulle logiche Etpl descritte in un apposito Manuale strutturato come un work in progress di cui riportiamo tutte le versioni.

Riportiamo l’introduzione dell’ultima versione del Manuale.

 

INTRODUZIONE

Nel nostro Paese le pubbliche amministrazioni sono non di rado avvertite, ancora oggi, come “macchine dei misteri”, strutture dal funzionamento ermetico e incomprensibile perfino ai dipendenti che vi lavorano, figuriamoci per chi proviene dall’esterno, come un’organizzazione civica, un’associazione di categoria, un assessore, un sindaco e talvolta perfino un ministro.

Eppure, sono trascorsi quasi trent’anni dalla legge 241 del 1990 che, s’era detto, avrebbe trasformato le amministrazioni italiane nelle “case di vetro” sognate un secolo prima da Filippo Turati. Un lungo lasso di tempo durante il quale sono intervenute anche molte altre norme: per separare funzioni e compiti della politica da quelli della dirigenza, per affiancare un sistema di contabilità economica alla tradizionale contabilità finanziaria, per costituire dipartimenti, autorità, servizi e organismi interni ed esterni di valutazione e controllo, per definire e dare attuazione al concetto di “trasparenza totale”.

Com’è possibile, perciò, essere ancora così indietro nella classifiche internazionali dell’efficienza, della trasparenza e della corruzione?

A nostro avviso, il motivo sta scritto nell’articolo 18 del decreto legislativo 165 del 2001, il testo unico sull’ordinamento delle amministrazioni pubbliche, per il quale <<sulla base delle indicazioni di cui all’articolo 59 del presente decreto i dirigenti preposti ad uffici dirigenziali di livello generale adottano  misure organizzative idonee a consentire la rilevazione e l’analisi dei costi e dei rendimenti dell’attività amministrativa, della gestione e delle decisioni organizzative>>.

Il successivo articolo 59 del 165 richiama il rispetto delle disposizioni del Ministero dell’Economia e del Dipartimento della Funzione pubblica in tema di controllo finanziario dei costi, ma tali disposizioni – ecco il punto – rimangono sull’impostazione di carattere generale e formale del sistema di contabilità economica (di fatto, poco più della mera elencazione di missioni e programmi) lasciando ancora oggi ai vertici dirigenziali delle singole amministrazioni le decisioni sostanziali, di dettaglio, su quali dimensioni elementari misurare, come misurarle e addirittura “SE” misurarle.

Insomma, è come se codice civile e discipline ragionieristiche consentissero ai titolari delle singole imprese di decidere quali poste considerare elementi positivi e negativi di reddito e con quali criteri contabili rappresentarle nei bilanci di periodo.

Il risultato è l’autoreferenzialità: ogni vertice è libero di fare come ritiene.

Da queste osservazioni prendono le mosse i “Sistemi Etpl”, nuove metodologie di contabilità economica pubblica che considerano e integrano tra loro quattro prospettive: quelle dell’Efficienza e della Trasparenza, quella della Partecipazione delle organizzazioni civiche, sindacali e delle associazioni delle categorie produttive nei momenti della determinazione di almeno una parte degli obiettivi  da raggiungere e della valutazione dei risultati raggiunti e quella della Legalità effettivamente praticata e diffusa nei singoli territori.

Le osservazioni di partenza dei sistemi Etpl sono due.

La prima è che le organizzazioni pubbliche, alla stregua di quelle orientate al mercato, tendono anch’esse inevitabilmente a concentrarsi non sugli obiettivi meramente descrittivi ma su quelli espressi in numeri finiti ed esatti da raggiungere in tempi certi normalmente rappresentati dall’anno.

Sennonché, le organizzazioni pubbliche rispetto a quelle d’impresa hanno un grave handicap: non incontrano la dimensione numerica finale esatta e certa dei ricavi, cioè degli incassi dalle vendite dei beni e servizi prodotti, dimensione che misura in modo certo, chiaro ed immediato i risultati della gestione attraverso la contrapposizione tra il totale del denaro speso per l’acquisto dei fattori della produzione e il totale del denaro incassato dalle vendite.

Sta qui il motivo delle difficoltà: poiché i servizi pubblici non sono venduti ma “erogati”, quali altri numeri altrettanto certi conviene misurare al posto dei ricavi per costituirli come obiettivi di miglioramento attesi?

La risposta dei sistemi di contabilità economica Etpl è che per le pubbliche amministrazioni vanno presi in considerazione gli andamenti numerici annuali di altre tre “dimensioni minime essenziali”: 1) le esatte quantità di risorse umane assorbite dai processi di lavoro (impieghi); 2) i prodotti finali realizzati e “consegnati” ai clienti esterni (output); 3) i fenomeni socioeconomici di competenza istituzionale che si verificano sui territori (outcome).

Queste tre dimensioni vengono dette “minime essenziali” perché sono fisiche, e quindi non stimate, semplici e presenti in tutte le organizzazioni pubbliche, nessuna esclusa.

La seconda osservazione fondamentale dei sistemi e delle metodologie Etpl  è che gli obiettivi numerici di miglioramento di impieghi, output e outcome da raggiungere entro l’anno vanno determinati prendendo a riferimento – tutte le volte che sia possibile – non medie, standard o spending review di tipo lineare e indistinto ma le prestazioni migliori che sono già state raggiunte. 

I sistemi Etpl, infatti, si basano sul benchmarking, tecnica studiata e adottata da decenni con successo nel mondo delle imprese private attraverso la quale: a) vengono individuati i risultati migliori (benchmark) in termini di impieghi, output e outcome tra gruppi di realtà organizzative omologhe; b) vengono svolte analisi sulle modalità di organizzazione e su tempi e modi di lavorazione che le prestazioni benchmark hanno reso possibili; c) vengono fissati obiettivi numerici annuali di avvicinamento alle prestazioni benchmark o di mantenimento delle già raggiunte prestazioni di eccellenza.

Fino al 2016, le metodologie Etpl, come previsto dall’articolo 18 del decreto 165, potevano essere attuate soltanto su decisione dei dirigenti di vertice, quindi attraverso “percorsi dall’alto”, come avvenuto nella Guardia di Finanza, che ha introdotto nel 1997 il SIRIS, primo sistema informativo Etpl sugli “impieghi effettivi” delle risorse umane espressi in ore/persona, e tra il 2003 e il 2004 nell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali con l’elaborazione del SID, sistema informativo direzionale impostato alle logiche Etpl, nonché nel 2014, sebbene per un brevissimo periodo, presso il Comune di Tivoli.

Ma dal 23 dicembre 2016 è stato introdotto nel nostro ordinamento un nuovo diritto che permette di intraprendere, oltre ai percorsi dall’alto, anche “percorsi dal basso” su iniziativa di soggetti esterni come organizzazioni civiche, sindacali e di categoria attive sui territori.

Stiamo parlando dell’accesso civico generalizzato, la versione italiana del FOIA, il Freedom of information act in vigore negli Stati Uniti dal 1966, che permette oggi a “chiunque” di chiedere e ottenere qualunque dato, documento e informazione detenuto da qualsivoglia pubblica amministrazione senza necessità di specificare i motivi della richiesta e con diritto, in caso di rigetto dell’istanza o se la risposta non perviene entro trenta giorni, di ricorrere al giudice amministrativo. 

A seguito di tale novità, l’Associazione Finanzieri Cittadini e Solidarietà – Ficiesse ha deciso di unire le esperienze condotte presso Guardia di Finanza e Garante della privacy con quelle di “negoziazione sociale territoriale” condotte da diversi anni dal Sindacato Pensionati Italiani – Spi-Cgil in numerosi comuni, province e regioni avviando i Gruppi di lavoro del “Progetto Italia trasparente” descritti nel presente Manuale, strutturato su più versioni successive.

L’odierna versione del Manuale è divisa in tre parti. Nella prima vengono illustrate le terminologie, i concetti e le regole di base delle logiche Etpl; nella seconda sono illustrati i percorsi dal basso avviati dai diversi gruppi di lavoro; nella terza si fa cenno ai percorsi dall’alto attuati nella Guardia di Finanza e nel Garante della privacy e avviati presso il Comune di Tivoli.

Dalla prossima versione verranno messe in maggior rilievo le modalità di attuazione delle contabilità economiche Etpl da parte dei vertici politico-amministrativi delle pubbliche amministrazioni e, nel contempo, saranno oggetto di esame le diverse reazioni fatte registrare dalle istituzioni pubbliche alle quali sono stati notificati gli accessi civici generalizzati Etpl (alla data del 4 marzo 2019, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Agenzia delle Entrate, Autorità amministrative indipendenti, Sezioni lavoro dei Tribunali del Lazio, Comune di Roma).

Nel sito www.italiatrasparente.it sono pubblicati tutti gli atti e tutti documenti prodotti e ricevuti nell’ambito dei Foia del Progetto: istanze presentate, corrispondenza intercorsa con le pubbliche amministrazioni, dati pervenuti, dinieghi opposti, istanze di riesame inviate ai responsabili della trasparenza, report valutativi redatti, atti di partecipazione degli stakeholder territoriali, ricorsi a TAR e Consiglio di Stato e relative sentenze.

Con piena libertà, per chiunque lo desideri, di trarne spunto.